Trilobite design Italia by Di Silvestro Gianpaolo
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    • EBo
      1d
      Trattamento d'Immagine XVI: Fotografare le ambre
      Discussion 
      Molte persone hanno chiesto che tecnica utilizzo per acquisire gli insetti nelle ambre. L'idea mi è stata suggerita da Hellberg Jörgen, fotografo svedese che nel suo sito https://www.hellberg.photo/ descrive i differenti risultati che si ottengono fotografando un'ambra senza immersione ed immergendola in un liquido. Ed i risultati sono stupefacenti! La superficie di un'ambra raramente risulta perfettamente piana e parallela al soggetto che si vuole acquisire, essendo la medesima invece generalmente irregolare o curva e, peggio, accade che l'insetto si trova in prossimità del bordo laterale. Questo causa una serie importante di deformazioni ottiche quando si compila lo stack delle immagini; inoltre, i riflessi sulla superficie, la presenza di graffi, sfaldature e fratture incidono sulla qualità dell'immagine finale. Un metodo che permette di non intaccare minimamente il soggetto ed effettuare acquisizioni pressoché perfette è quello di posizionare l’ambra in un contenitore trasparente o semitrasparente per facilitare la diffusione della luce, ed immergerlo in un liquido che possiede pressappoco lo stesso indice di rifrazione dell'ambra. La soluzione migliore è utilizzare la glicerina . L'indice di rifrazione di questo liquido è di 1.472 , mentre quello dell’ ambra corrisponde a circa 1.54 ; i valori assai prossimi delle due sostanze permettono di eliminare fenomeni di diffrazione della luce, nascondere eventuali graffi e fratture, e di conseguenza creare le condizioni ottimali per ottenere immagini corrette. In assenza di glicerina si può utilizzare anche olio di semi di girasole , che possiede un indice di rifrazione compreso tra 1.472 e 1.476 . È possibile utilizzare anche olio da immersione per microscopia (indice di rifrazione di 1.516 , ancora più prossimo a quello dell'ambra), ma il prezzo di quest’ultimo e la necessità di utilizzarne una quantità relativamente importante (in funzione anche della dimensione dell’ambra), rende relativamente costosa questa tecnica. Infine, l'uso di un polarizzatore può aiutare ad eliminare eventuali riflessi presenti sulla superficie. Nelle due immagini che sono visibili di seguito, è visibile una foto di un soggetto che si trova in prossimità del bordo sterno dell'ambra, ed avente superficie semisferica. Ho utilizzato per entrambe le immagini le medesime condizioni di illuminazione e non è stata effettuata alcuna correzione per migliorare il contrasto ed i dettagli, eliminare il rumore di fondo, rimuovere eventuali difetti presenti. Soggetto senza immersione in glicerina: Oltre alla qualità dell'immagine decisamente scadente (A), è visibile la deformazione cui l'insetto è soggetto in prossimità del bordo esterno (B), una superficie più chiara riflette la luce del pannello a led nonostante sia presente un diffusore (C), ed alcuni graffi indicati con le frecce rosse sono percepibili sulla superficie (D). Infine, si perdono dettagli in prossimità del bordo esterno (E). Di seguito il soggetto immerso in glicerina: La differenza tra i due risultati risulta ancor più visibile ingrandendo sul capo, ed osservando i dettagli degli occhi compositi, come visibile nel riquadro. L'immagine finale dopo bilanciamento dei colori, filtraggio del rumore (noise) e contrasto.
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    • EBo
      2d
      Trattamento d'Immagine XV: Fotografia macro estrema
      Discussion 
      Mi sembra ieri, eppure è già passato piu' di un anno da quando ho scritto l'ultimo post sul trattamento d'immagini nel settore della paleontologia. E tanta acqua è passata sotto i ponti. Per chi mi ha seguito sulla mia pagina Facebook, dal febbraio dell'anno scorso, mi sono lanciato nell'acquisizione di immagini di microfossili utilizzando tecniche di macrofotografia estrema, che consiste nell'utilizzare obbiettivi da microscopio collegati, via un tubo di lunghezza ben definita ad una camera fotografica. Semplice ? NO Molti, moltissimi fattori sono da prendere in considerazione, a partire dalle ottiche da microscopio utilizzate, l'illuminazione del soggetto, il tipo di camera fotografica, le vibrazioni indotte dal movimento della tendina che apre e chiude dinnanzi al sensore della fotocamera, dalle macchine, camion, Godzilla, che passano sotto casa e che fanno un pot-pourri dell'immagine (delle immagini) acquisite, dei riflessi interni al tubo che collega obiettivo e fotocamera. Se poi si utilizzano obiettivi "infiniti" è richiesta una lente intermediaria per dirigere correttamente il fascio luminoso, lente che può essere invertita per ottenere un'immagine piu' netta e tante altre cosine che rendono la vita più friccicosa . Pero' i risultati ci sono e, dopo un anno di avventure, test, modifiche al set up in tutti i sensi e modi posso dire che sono soddisfatto dei risultati. In realtà non è vero, ma lo scrivo per cercare di convincermi. Mento al punto tale, da aver scritto un articolo per una rivista americana ( Fossil News ) in cui racconto la mia esperienza e le tecniche di base per potersi lanciare in questa impresa. I folli hanno pure dedicato la copertina della rivista con una delle mie foto di insetti acquisiti in un'ambra Dominicana (presumibilmente piu' che di ambra si deve parlare di Copale): Comunque al fine di poter condividere il popo' di esperienza che ho maturato, condivido l'articolo in formato pdf di seguito e che potrete scaricare e condividere con fratelli, sorelle, nonne e zie. Il documento è in inglese, fatevene una ragione, ma vedro' di risvegliarmi e scrivere in questo forum i vari processi ed esperienze fatte (ed altrettante ne seguiranno). Ho iniziato, piuttosto diciamo che ho fatto un aggiornamento del mio sito web dormiente da anni, inserendo differenti sezioni presso cui potrete vedere alcune delle foto che è possibile ottenere con queste tecniche, liberi di esplorare e saranno più che benvenute critiche e suggerimenti per migliorare il tutto: A presto! E.
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    • Stefano Mazza
      Jan 02
      The End of the Ediacara Biota: Extinction, Biotic Replacement, or Cheshire Cat?
      Discussion 
      Seguendo il buon esempio di Enrico, vi segnalo questa review che ho trovato nei giorni scorsi. In realtà è un articolo di qualche anno fa (2012), ma è comunque interessante. The End of the Ediacara Biota: Extinction, Biotic Replacement, or Cheshire Cat? Marc Laflamme, Simon A.F. Darroch, Sarah M. Tweedt, Kevin J. Peterson, Douglas H. Erwin. 2012, Gondwana Research. L'articolo si occupa in particolare della transizione Ediacarano-Cambriano , quando la fauna di Ediacara scomparve e venne sostituita dai metazoi cambriani e paleozoici. Gli Autori avanzano tre ipotesi alternative per spiegare questo drammatico cambiamento Estinzione di massa della maggior parte delle forme Ediacaran; Sostituzione biotica , secondo la quale i primi organismi cambriani eliminarono le forme ediacarane; Modello "gatto del Cheshire" , in cui le forme ediacarane scomparvero gradualmente dalle presenze fossili, come risultato di cambiamenti ecologici tipici dell'Ediacarano, principalmente la scomparsa dei tappeti microbici e algali (vero, Enrico?). Per quanto l'esplosione del Cambriano segni la diversificazione degli animali, l'estinzione dell'Ediacarano segna la scomparsa di una vasta gamma di grandi organismi multicellulari. Dopo aver raccolto ed esaminato le evidenze per valutare le tre spiegazioni proposte, la causa più probabile individuata dagli Autori per la transizione Ediacarano - Cambriano è il cambiamento ecologico , anche se attualmente non è possibile confutare con certezza le altre due ipotesi. Si propone inoltre che le innovazioni comportamentali, come l'avvento della predazione e i cambiamenti a livello di ecosistema innescati da spugne filtranti, i bilateri da pascolo e da tana e la sostituzione di substrati solidi legati microbicamente da terreni misti aerati, abbiano concorso alla prima estinzione su larga scala della vita macroscopica (metazoica) dell'Ediacarano.
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    EBo
    1d

    Trattamento d'Immagine XVI: Fotografare le ambre

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    EBo
    3d

    Trattamento d'Immagine XV: Fotografia macro estrema

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    EBo
    May 20, 2017

    Nuovo studio su Parvancorina

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