Ho avuto modo di vedere questo video di Levon Biss sulla macrofotografia di coleotteri.
Impressionante il risultato ottenuto!
Qualcuno degli specialisti che è presente sul forum, mi sa dire che tipo di configurazione è stata utilizzata per combinare le ottiche?

A prescindere dalle reflex, attaccato al corpo macchina che cosa troviamo?
Alla fine c'è un oculare di microscopio (suppongo), che caratteristiche possiede?
Che anelli di adattamento ha utilizzato per collegarlo all'obbiettivo?
L'obbiettivo tra il corpo macchina e l'anello adattatore per l'oculare è un macro normale con un set di prolunga? Che caratteristiche possiede?


Le foto sono state poi compilate in uno stack e fuse per ottenere un risultato incredibile che potete sfogliare su google book per avere un'idea:
https://books.google.be/books?id=qWtgDgAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=fr&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

Un grazie a chi potrà chiarire le questioni poste sopra.
gli si potrebbe dare un bell'isopode terreste e vicino un trilobite
Non credo che si possano ottenere gli stessi risultati, nel senso che con gli stessi ingrandimenti ottenuti dalle diaboliche istrumentazioni di Guido, avremo molti meno dettagli dovuti al processo di pulizia che per ben fine che sia, asporta i livelli superficiali dell'esoscheletro.
Cio' non torglie che gli occhi potrebbero rivelare dettagli interessanti, cosi' come i pits dell'esoscheletro. Sarà da inviare il "più migliore" trilobite che ha Gianpy (e preparato da lui) a Guido.
Per insetti si potrebbe vedere con un "semplice" porcellino di terra (che insetto non è, è un crostaceo), quelli che si arrotolano su se stessi e stanno sotto i vasi dei fiori).
Direi di si, magari trovando un insetto che abbia qualche somiglianza con i trilobiti.
Mamma mia che belle foto....la domanda ora che mi viene è...se ti dessi un trilobite ino ino ino riusciamo a fare la stessa cosa? immagino di si....Vedendo queste foto si potrebbe pensare ad una mostra "ieri e Oggi" evoluzione a confronto....che spettacolo....
L'immagine non rende merito allo Zeiss Jena Apo 10x, lo stack è composto da qualche immagine in meno di quanto sarebbe servito, comunque si ha idea dell'ingrandimento facilmente raggiungibile.
Finalmente passiamo alle ottiche da microscopia, ho usato degli obiettivi per tubo da 160mm, classici da microscopio, con oculare da proiezione, l'ottica non proietta direttamente sul sensore della fotocamera ma atraversa un oculare (in questo caso un Leitz Periplan 10x) che corregge le aberrazioni residue.
Questo è uno Zeiss Neofluar 6.3x, obiettivo alla fluorite particolarmente corretto e con buona resa del colore.
L'immagine precedente è l'ingrandimento minimo che può fare il mio sistema con l'ottica da 50mm montata diritta e prolunga da 50mm, l'immagine seguente rappresenta il massimo con ottica da 50mm invertita e prolunga da 190mm:
Per rimanere nelle ottiche fotografiche, molto comode godendo di un diaframma che permette una buona profondità di campo, si ottengono ingrandimenti maggiori utilizzando dei grandangolari sempre montati invertiti, per l'immagine seguente ho usato un 28mm:
Ovviamente anche se dotati di diaframma la profondità di campo non copre tutto il soggetto uno stack è indispensabile.
Prima di passare alle ottiche da microsopia un cenno sull'illuminazione componente determinante per un buon risultato, ogni soggetto ha caratteristiche di colore, contrasto e riflettenza proprie e per questo non esiste un'illuminazione che possa definirsi la migliore, a titolo di curiosità posto un'immagine composta da due scatti dello stesso soggetto:
La parte sinistra (sono due immagini distinte ritagliate ed unite sulla verticale per ricostruire l'intero insetto) è illuminata con due semplici faretti led, sono evidenti i riflessi sulle ali che escono dalle elitre nella parte bassa e lo stesso in alto vicino agli occhi, la parte destra ha un'illuminazione polarizzata, un filtro per ogni faretto più uno prima del sensore, in questo caso le ali non hanno più riflessi e i colori sono leggermente più saturi. In questo caso preferisco la soluzione più semplice senza filtri, ma in molti casi con soggetti riflettenti e rotondeggianti la scelta è obbligata.
La motorizzazione dei microscopi ha la stessa funzione e scopo delle slitte per la macro spinta, si tratta semplicemente di agire sulla messa a fuoco micrometrica con un motore pilotato da un programma che permetta di fare delle serie di immagini con un passo ben determinato, l'argomento è abbastanza vasto, credo sia opportuna una discussione a parte anche perchè il sistema è applicabile agli stereo, strumento molto più diffuso del biologico tra i palentologi e probabilmente di maggior interesse. Aggiungerò a questa discussione qualche immagine per completare la gamma delle ottiche e degli ingrandimenti ottenibili.
Grazie Guido per quanto e per aver permesso di sviluppare questo post in maniera molto interessante (e non è finita). Sono stato (e lo saro' relativamente) assente in queste pagine perché full time sul mio lavoro sulle meduse.
Ho visto che hai un sistema orthoplan motorizzato... sapresti dirci di più?
Funziona come il sistema motorizzato di cui abbiamo parlato nella pagina precedente?
Sei Bravo non c'è un cacchio da fare...ce ne sarebbe un secondo che però non si stacca da quel maledetto facebukke... ;/
A dir il vero la mosca è vera, però la provenienza è Chernobyl...
Grazie Gianpaolo, magari fossi un maestro, sin qui c'è solo un uso abbastanza appropriato delle attrezzature.
Guido di' la verita' ... la mosca e' finta come quelle dei musei ed e' di almeno 30 cm ...
Guido sei un Maestro non ci sono altre parole....
semplicemente wow....
In ritardo come al solito... per rimanere sui soggetti relativi all'articolo su Levon Biss:
Quest'immagine è ottenuta con uno stack di 75 immagini con passo 50 micron, ottica Componon 50/2.8 invertita montata su Leitz Orthoplan motorizzato, sistema che magari merita una discussione a parte, rimane la promessa di proseguire con immagini ottenute con ottiche da microscopio.
@micheleq poche discussioni ma di un livello qualitativo molto alto...
Livello altissimo !!!!
Questo tread stà diventando un trattato enciclopedico....
Utilizzando ottiche con focale ridotta l'ingrandimento aumenta in proporzione, in questo caso un 28mm 2.8 da ripresa, un Pentacon vintage ma sempre di buona qualità, l'ottimale sarebbero le ottiche da ingrandimento con la stessa focale ma sono difficilmente reperibili e hanno raggiunto un costo abbastanza elevato.
Qualità ancora soddisfacente, stack di 8 immagini.
Prossimamente pubblicherò delle immagini con ottiche da microscopia per completare la gamma di ingrandimenti di nostro interesse e magari delle immagini di insetti, i loro peli sono un test molto severo per le ottiche, vibrazioni e programma di stack, soggetti come microfossili o coleotteri perdonano molti errori.
Aumentando la distanza tra sensore ed ottica l'ingrandimento aumenta, ci sono dei limiti dettati dal progetto ottico e dalla diffrazione, il diaframma man mano che la prolunga aumenta deve restare più aperto). L'immagine che segue è scattata sempre con il Componon invertito ma con una prolunga da 280mm:
Sempre con stack di 9 immagini, la qualità ha una flessione ma ancora accettabile.
Inizio la serie di immagini che ci permetteranno di farci un'idea abbastanza chiara di quale attrezzatura corrisponda per determinati risultati, la prima immagine è ottenuta con l'attrezzatura visibile nell'ultima immagine postata, il Componon 50 2.8 montato invertito con una prolunga di 150mm, l'ingrandimento sul sensore corrisponde all'incirca ad un 7.5x:
Fotocamera Canon Eos 500d, stack di 8 immagini.
Ritornando un po' indietro: l'attrezzatura utilizzata da Levon Biss può essere utile per macro molto spinte, le immagini dei coleotteri, considerando siano lunghi almeno un centimetro, richiederebbero un ingrandimento di 2x, al massimo un 3.5x se la fotocamera è una full frame, rapporti che si ottengono facilmente con il solo uso di un'ottica specifica, ad esempio il Canon MP-E 65mm f/2.8 che senza alcun accessorio arriva a 5x con una qualità veramente ottima, Gianpaolo potrà confermare visto che ne possiede uno, deduco quindi che il tele con montato il 10x sia da lui utilizzato solo per alcuni particolari con ingrandimenti molto spinti.
Per avere un soffietto attuale di qualità si deve spendere una cifra considerevole, da considerare anche che non sono migrabili da una marca all'altra, nel nostro caso preferirei un robusto soffietto vintage facendo attenzione alle condizioni, si trovano comunque con facilità con attacco M42 che permette di adattarli a qualsiasi fotocamera e qualsiasi ottica, ad esempio i Pentacon sono molto robusti:
Preferisco i due binari cilindrici, la guida prismatica teoricamente è superiore ma nessuna ha la precisione che servirebbe.
Le ottiche da ingrandimento sono quelle che venivano usate per la stampa della pellicola su carta, vengono usate invertite (la parte anteriore guarda la fotocamera contrariamente all'uso normale) per ripristinare le condizioni di progetto, rimanendo su Schneider Componon, Rodenstock, Nikon e Leitz si è certi di ottenere una qualità ai massimi livelli facendo attenzione ad acquistare il modelli top perchè ogni casa aveva sempre in listino un modello più abbordabile ma nettamente inferiore, per i componon il 50mm 2.8, i Rodenstock solo i Rodagon 50mm 2.8 e lo stesso per i Nikon, gli schemi migliori sono quelli a sei lenti, i modelli inferiori si accontentano di quattro, economicamente non la differenza non è abbissale ma la qualità si.
Per esempio:
I soffietti robusti spesso hanno una corsa limitata, si può ovviare vantaggiomete aggiungendo eventualmente dei tubi di prolunga, se verso la fotocamera si userenna con l'attacco specifico se frontalmente saranno da M42.
In alcuni casi conviene utilizzare dei tubi rigidi uniti ad un tubo di prolunga telescopico, ad esempio:
Le possibilità sono infinite, la partenza non è sempre semplice, da tener ben presente che per i Focus Stack, a dispetto dell'opinione di molti, la fotocamera deve rimanere ferma è il soggetto che si muove.
Uno dei miei sistemi per macro molto spinta prevede di sfruttare la solidità di un buon microscopio e la precisione dei movimenti della messa a fuoco originale:
In questo caso c'è un tubo elicoidale M42 con un raccordo per la testa Leitz, (è possibile mantenere anche la visione binoculare rimanendo al di sopra di determinati ingrandimenti, in questo caso la testa binoculare è stata rimossa) e il Componon 50/2.8 montato invertito.
Più tardi dovrei riuscire a postare delle immagini ottenute con questo sistema.
Grazie Guido. Non c'e' fretta alcuna ovviamente.
Di soffietti ne ho visto molti su ebbay ma immagino che anche qui possa importare la qualità e la stabilità del sistema. Ed è quello che immagino faccia la differenza tra i vari modelli rinvenibili.
E poi meglio singolo o doppio binario?
Hum... "ottica da ingrandimento usata invertita"; qui si entra in un linguaggio a me oscuro. Intendo i obiettivo per macro invertito?
Come soggetti da utilizzare, i microfossili sono quello che più si addicono al contesto del forum, quindi saranno più che benvenute immagini di questi organismi.
Aspettiamo con ansia il sequel di questa avvincente discussione...;)
Per chi inizia sconsiglerei il sistema tele-ottica da microscopio per il principale motivo che l'ingrandimento è fisso, quindi servono diverse ottiche per coprire i vari ingrandimenti. Dipende molto da che ingrandimenti devi raggiungere, a mio parere la soluzione migliore è soffietto o tubi e ottica da ingrandimento usata invertita, la qualità è al top, copre una vasta gamma di ingrandimenti, il costo è modesto, rimarrei anche per questi sull'attacco M42. Se hai pazienza entro un paio di giorni posterò alcune immagini dimostrative, se mi suggerisci alcuni soggetti sarebbe meglio, non ho molto ma, ad esempio, i microfossili non mi mancano.
Tornando sull'argomento, quali ottiche come teleobiettivo consiglieresti per chi inizia a fare della extreme-macro (considerando che vorrei partire con qualche cosa che mi permetta già di avere buoni risultati). Ho visto varie offerte su ebay di teleobiettivi con aggancio M42 assai a buon prezzo:
https://www.befr.ebay.be/sch/i.html?_odkw=tele+m42+photography&_osacat=0&_from=R40&_trksid=m570.l1313&_nkw=tele+m42+photography+200mm&_sacat=0
E come oculare del miroscopio? I Nikon Fluorite sembrano tra i migliori, ma ammetto ancora una profonda ignoranza in materia.
Grazie ancora.
Non conosco bene il mercato per chè la mia me la sono costruita, e a dir il vero anche smontata, al momento è in disarmo, comunque mi sembra di buona fattura anche se non direi proprio ad un prezzo popolare, dipende molto dall'uso che ne si vuole fare, io sino ad un centianaio di scatti lo faccio manualmente, chiaramente un sistema automatizzato è molto più comodo.
Ritengo che il sistema di movimentazione sia la parte meno importante del sistema, per un buon risultato le componenti determinanti sono le ottiche, l'illuminazione e un sistema di guida che sia il più rigido possibile per evitare il micromosso, l'automazione dello spostamento è una comodità ma qualitativamente non aggiunge nulla.
Addenda:
Ho dato un'occhiata anche al sito di WeMacro (https://www.wemacro.com/), i prezzi del materiale mi sembrano "decenti" e la slitta meccanizzata di buona fattura.
Che ne pensi?
Spingendo leggermente il tubo (manualmente) e riducendo i tempi di esposizione a 1/400 ho effettivamente l'impressione che l'immagine sia più netta (almeno utilizzando il crocifilo che ho stampato) e la rotazione è più centrata e non asimmetrica come nell'animazione che ho messo in precedenza.
Sussiste comunque sempre la sfuocatura (nelle immagini localizzata in alto).
Posso ritagliare ovviamente l'immagine per eliminare questa parte, ma è come aggiustare un'automobile con un fil di ferro e non con pezzi di ricambio originali garantiti.
Grazie per il link sulla extreme macro. Ricco di informazioni!
leggo i vostri commenti con molto interesse....
Questo è un ottimo sito per un'infarinatura completa: http://extreme-macro.co.uk/
Più che scentrato il raccordo fotografico potrebbe essere leggermente inclinato, questo spiegherebbe anche la leggera sfuocatura presente su un solo lato, potresti centrare il crocino con gli oculari e spingere leggermente la fotocamera di lato per verificare se il centro si allinea e contemporaneamente il campo si spiana
Ecco il risultato.
Disegno centrato nell'oculare, nel programma di acquisizione, in LiveView (utilizzo digiCamControl) visualizzo l'immagine e la metto a fuoco (ben che la messa a fuoco nel live view ed in quella risultante in seguito all'acquisizione differiscano leggermente); lancio un acquisizione con Screenpresso (per ottenere un GIF animato), e ruoto la camera che è ovviamente solidale con la prolunga collegata con il microscopio.
Mi sembra già evidente che c'è un disassamento cronico... o sbaglio?
Interessante l'illuminazione circolare radente. Devo trovare un sistema che permetta di effettuare questo tipo di illuminazione su campioni macroscopici (diciamo non piu' di 20cm x 20cm).
Acquistai da IKEA un nastro di led bianchi che posso provare ad utilizzare per questo tipo di applicazione. Certo qui si parla di puro artigianato con mezzi "da poveri"...
Stampo oggi la croce con i cerchi e faccio un test stasera se riesco.
1mm, 5mm, 1cm il diametro dei cerchi, con spessore di 0.25mm.
Vediamo che cosa esce con la stampante laser.
Ho letto solo adesso il tuo riferimento ad un'altra discussione, la non planarità degli stereo su tutto il campo è un problema molto diffuso anche tra le marchè blasonate, nel caso di soggetti tridimensionali non crea problemi sarebbe deleterio per un collezionista di francobolli ma non mi sembra il nostro caso, mi preoccuperei di più dell'allineamento, piuttosto semplice da verificare: stampa una croce, la forma più comoda per il nostro uso, magari con dei cerchi concentrici che ci faciliteranno le operazioni.
Inquadri la croce sotto lo stereo e verifichi che la fotocamera veda lo stesso centro (gli oculari dovrebbero fare lo stesso ma non influirebbe sulla qualità dell'acquisizione, l'ingrandimento sarà probabilmente leggermente diverso ma non rappresenta un problema.
A dir il vero le cose non stanno esattamente così perchè il tubo potrebbe essere disassato ma inclinato quanto basta per riportare la proiezione al centro, però è un caso troppo sfortunato per essere preso in considerazione da noi dilettanti.
Riguardo i sistemi illuminanti posto due esempi, purtroppo non ho soggetti simili ai tuoi ma credo che rendano comunque l'idea:
Illuminazione circolare diffusa, il soggetto viene illuminato da un cono di circa 60°, rispetto ad un anulare fissato attorno all'ottica dello stereo colpisce il soggetto meno frontalmente, l'effetto tridimensionale, pur moderato, permette già una buona lettura della superfice.
Illuminazione circolare radente, la sorgente luminosa ha un'altezza poco superiore al soggetto, in questo caso otteniamo il massimo effetto rilievo, vengono evidenziate anche le più piccole asperità.
Le immagini rappresentano le due posizioni estreme, nulla vieta di utilizzare le altezze intermedie per ottenere effetti più o meno marcati
A titolo di curiosità le immagini sono ottenute con Canon Eos 500d, ottica Schneider Componon 50mm 2.8 invertita, montata sul microscopio con una distanza sensore-battuta dell'ottica di 230mm, focus stack di 12 immagini con nessun intervento di post-processing, campo inquadrato di 6mm, l'illuminazione è fornita da un anello con 72 led disposti radialmente su un diametro di 40mm, adatto quindi a piccoli soggetti ma nulla vieta dimensioni maggiori, i due semicerchi hanno una regolazione dell'intensità separata.
Non ho una gran simpatia per gli anelli posti attorno all'ottica, tendono ad appiattire, preferisco luci incidenti oppure radenti, riguardo le vibrazioni se permetti non è proprio così, anche a specchio alto l'apertura della tendina non è proprio indolore.
Questo è il test che ho fatto sulla mia Canon 500 con un tempo di 0.1s, come puoi notare all'apertura della tendina le vibrazioni permangono per un tempo rilevante, lo stesso alla chiusura, la tendina provoca vibrazioni anche prima di arrivare a chiudere, in live view, quindi con specchio alto non ci sono le vibrazioni dello stesso ma quelle della tendina sono pressochè immutate.
Che tipo di flash consiglieresti per collegarlo alla camera e microscopio? Ho dato un'occhiata da profano su amazon ed ho trovato di tutto e di più...
eccetera eccetera...
Mi pongo la questione sulla lunghezza del cavo tra blocco macchina e flash, per che sia lungo a sufficienza per evitare brutte sorprese, infatti l'anello sarà da fissare tra le ottiche del microscopio ed il campione da fotografare, mentre la telecamera in alto sopra il corpo del microscopio. E poi è meglio un flash circolare o piuttosto una che ti permette di ottenere illuminazioni oblique per avere rilievo sulle immagini acquisite che, spesso e volentieri presentano micro-rilievi interessanti da mettere in evidenza?
Tornando alla lunghezza del tubo di raccordo e vibrazione eventuale, le foto le faccio sempre utilizzando la camera collegata al portatile e la gestione è fatta da software (a parte la messa a fuoco che è manuale), quindi -teoricamente- non dovrebbero esserci vibrazioni ...
Grazie comunque per queste tue dritte!
Enrico
Wow queste sono le discussioni che mi piacciono....
La mia impressione è che la mancanza di nitidezza sia causata da micromosso, il raccordo fotografico è molto lungo e di piccolo diametro e, ad alti ingrandimenti, potrebbe vibrare durante lo scatto, presumo che la reflex abbia lo specchio alzato durante la ripresa.
La fonte luminosa dovrebbe essere potente quanto basta per permettere tempi di scatto brevi, indicativamente da 1/500 di secondo in su, oppure molto lunghi in modo che la proporzione tra il periodo con vibrazione (iniziale a causa dell'apertura della tendina) e quello "piatto" sia nettamente a favore di quest'ultimo, a spanne da 1s. o più, io preferisco nettamente i tempi brevi, eventualmente con un flash.
Lo spostamento manuale per la serie di immagini necessarie allo stack non dovrebbe influire più di tanto, io faccio quasi sempre manualmente anche serie di oltre 100 scatti senza grossi problemi, importante è che ci sia un po' di savrapposizione dei piani a fuoco.
Purtroppo anche lo stereo (tutti a prescindere dalla qualità) non è il massimo per gli stacks, la ripresa avviene da un solo canale che per forze di cose è inclinato e non in asse con la verticale della messa a fuoco, questo implica una complicazione che il programma per lo stack non sempre riesce a gestire adeguatamente.
Per risultati ottimani di norma si usa il macroscopio che non è alttro che un microscopio biologico a bassi ingrandimenti con visione binoculare ma non stereoscopica.
Con questi accorgimenti si arriva ai limiti del sistema.
La fotocamera è una Nikon D3300, lo stereo-microscopio un cinese Neoc, le cui ottiche sono assai valide, sebbene non si tratti di modelli top di gamma.
Non mi ricordo che microscopio usi e che fotocamera.
Grazie Guido per la risposta.
Di base, sto cercando di trovare un sistema di acquisizione che possa migliorare le immagini che attualmente posso acquisire con il mio stereo-microscopio. Come discusso qualche tempo fa qui https://www.trilobiti.com/forum/microscopia-e-ottica/problema-fotografia-sotto-stereomicroscopio non sono soddisfatto di come le immagini sono acquisite dalla mia camera ed attraverso lo stereo-microscopio.
Forse mi aspetto troppo dalla combinazione attuale.
Il fine settimana scorso ho acquisito un set di immagini di un verme paleoscolecide dell'Ordoviciano superiore della lower Ktaoua Formation del Marocco. Se con la macro della camera su treppiede problemi principali non ne ho avuti:
l'acquisizione di immagini via microscopio e con la medesima camera collegata all'uscita apposita mi ha dato un risultato che non trovo soddisfacente:
Il dettaglio mostra i set di micropiastre che si trovano sulla superficie del verme in questione (un probabile Gamascolex vanroyi) acquisite al fuoco diretto a 40x. L'immagine è la combinazione di 18 fotogrammi di cui ho fatto un stack e fusione al fine di ottenere un'immagine la più a fuoco possibile, ma non mi gusta. La trovo impastata, non netta...
Desiderio sarebbe di poter avere un dettaglio ed una nitidezza maggiore.
Ora mi chiedo, dipende dalle ottiche del microscopio/fotocamera? Del fatto che la messa a fuoco è effettuata manualmente? Della qualità delle ottiche? O semplicemente ho raggiunto il massimo che uno stereo-microscopio (questo stereo-microscopio) puo' dare?
Grazie della risposta guido
Conosco bene l'articolo e la tecnica usata, la parte ottica è banale, mentre la meccanica è molto curata. Per ottenere immagini macro molto spinte le tecniche sono diverse e spesso equivalenti come risoltati in termini di risoluzione, l'autore delle immagini utilizza un teleobiettivo (non serve macro ma con una lunghezza focale abbastanza elevata, 135-200mm) con un'ottica da microscopia posta davanti, nel caso un'ottica alla fluorite di buona qualità e basso ingrandimento, di norma non si va oltre i 10-20x. Il vero scoglio da superare è la meccanica, deve essere molto rigida e permettere dei movimenti sui tre assi, l'alta risoluzione si ottiene con un mosaico di immagini ognuna delle quali riprende solo una piccola parte del soggetto, quindi per ogni immagine che compone il piano x-y ci sono anche le immagini necessarie per lo stack obbligatorio per avere la profondità di campo. Il tutto, se non si vuole impazzire nel tener conto di cosa si sta facendo, gestito da un microcontrollore che movimenta 3 motori passo passo. L'illuminazione è la terza componente da curare, qui la scelta è infinita.
Per le varie connessioni servono degli anelli con filettature da scegliere in base alle ottiche utilizzate, quelle da microscopia hanno uno standard (RMS) mente per le ottiche ogni modello può avere un diametro diverso.
Una buona soluzione, molto robusta e già predisposta per quest'uso potrebbe essere la modifica di un microscopio vintage di buon livello, ad esempio il leitz Orthoplan è semplice da modificare è ha una meccanica che supera qualsiasi concorrente attuale.
La scelta dell'attrezzatura ovviamente risente anche del budget a disposizione, in questi campi non ci sono limiti, nel caso dell'autore delle macro degli insetti siamo su cifre abbordabili.
Prima di tutto però è determinante sapere che uso si vuol fare delle immagini, nel caso di stampe con dimensioni più umane si può semplificare di molto.
aspettiamo la risposta di Guido