Ci fu un tempo prima,
seguito da un tempo dopo.
Il tempo prima era molto molto lontano dal tempo dopo,
ma nel mezzo avvenne di tutto.
Ed è di questo tutto (parziale) che narrerò.
Sono anni che girano impalpabili spettri nella mia mente e che voglio materializzare per prenderli per la camicia.
Ci riuscii con i volumi sui Trilobiti, ora si parte per un'altra avventura.
"Spiagge Cambriane" è il punto di partenza per il mio prossimo lavoro.
Forse il volume non si chiamerà neppure cosi', ma quando si parte non si sa mai dove si arriva.
E chi/cosa si incontra.
Certo non sarà un testo per tutti, non tratterò di quegli artropodi che hanno invaso le bancarelle, stand, mostre e sono sotto gli occhi di tutti.
Neppure di ammoniti, dinosauri, pesci del Libano, vegetali o altre creature pietrificate che si trovano facilmente sul mercato...
In questa pagina, metterò aggiornamenti, idee, bozze, contatti, disegni di diorami in corso: come quando si prepara un fossile e si mettono le foto delle tappe intermedie.
Un modo mio per "metterci la faccia" (che brutto termine), cosa che mi obbligherà ad avanzare per terminare anche questa nuova avventura che mi prenderà tempo, diottrie, ore ed ore di lavoro.
Ed ovviamente soldi.
Ma al cuore non si comanda.
A presto?

Simpatica recensione uscita nell'ultimo numero della rivista francese "Fossiles, revue française de paléontologie" n.38 - 2019
👍👍👍👍👍👍
Di seguito la recensione del libro scritta da Andrea Guerrini, paleontologo italiano e autore di numerosi articoli scientifici e libri:
L’autore con "Spiagge Cambriane", porta il lettore a compiere un salto temporale nel profondo passato, immergendolo in antichi ambienti che prendono di nuovo vita nelle pagine di questo volume. Il libro è diviso in tre parti. Nella prima, che potremmo definire "preparatoria" vengono descritte le caratteristiche morfostrutturali, filogenetiche e le modalità di fossilizzazione dei Cnidaria (meduse e affini), principali attori di questo testo assieme ai cianobatteri, enfatizzando l'importanza di quest'ultimi come agenti favorenti la preservazione di tali organismi impalpabili. A questa segue una seconda parte dove vengono descritti attraverso delle "tavole" un numero elevato di siti fossiliferi con diffusione planetaria e distribuzione cronologica dal Precambriano all'Oligocene e che hanno restituito eccezionalmente associazioni di tracce fossili di questi fragili organismi. Ogni "tavola" espone con chiarezza oltre l'età, gli aspetti paleogeografci e paleoecologici del sito trattato fornendo anche una ricostruzione artistica paleoambientale. In ultimo, una terza parte dove vengono evidenziate e descritte alcune impronte interpretabili erroneamente come tracce di cnidari ma in realtà strutture di derivazione inorganica spiegandone l'origine. In sintesi il linguaggio divulgativo ma rigoroso, la ricca bibliografia puntuale e generale ed una grafica di alta qualità rendono l'opera uno strumento didattico fruibile e utile sia ai paleontologi che ai cultori della materia.
ci sono tante conferme di ricezione, ma frasi corte.
Ho messo qui quelle più "elogiose", se ne ricevo altre le aggiungero' alla lista.
Ho aggiunto quello di Ricci-Lucchi... :-)
Solo un commento in italiano?
Aggiungo di seguito alcuni commenti che mi sono stati recapitati da alcuni acquirenti del libro:
- The book is a work of art---beautifully layed out, and masterfully illustrated. I can't comment on the text yet. It will take me some time to translate it in pieces using Google Translate. (C.K.G, Wisconsin, USA)
- Just opened the book and it is visually absolutely magnificent! Very much look forward to start browsing. (S.J., Spain)
- Mon épouse ****** qui ne lit pas l'anglais mais pratique l'italien est ravie d'avoir un livre magnifiquement illustré dont elle va pouvoir savourer le texte! (G.C., France)
- Complimenti Enrico, ho visto la presentazione, hai fatto un lavoro magnifico! [...] Avendo una buona esperienza editoriale posso affermare che *** ha perfettamente ragione: i complimenti te li meriti tutti! (G.R., Italia)
-The book is more than fantastic, WOW! What a good work ! Again very good reconstructions you mad, I can understand the language 😉 Super photo's and the very good poster, yes I will tell it in my network! It came in very good order, so the box works well! I mean you made ;-) (P.H., The Netherlands)
- I read every day in the book, and always discover new information and aspects! (U.M.T., Germany)
- E' arrivato! Ed è stupendo! Sono felice di avervi collaborato, anche se il mio piccolo aiuto non richiedeva certo una citazione in copertina. Lo mostrerò con grande piacere, ma solo nel giro delle persone fidate per timore che me lo rubino... Complimenti vivissimi! E hai un figlio eccellente disegnatore... (F.R.L., Italia)
Sono iniziate le spedizioni. Abbiate pazienza che contatto piano piano gli interessati...
E per chi fosse interessato ad eventuali aggiornamenti, potete dare un'occhiata anche al mio sito: www.enrico-bonino.eu
YHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
I libri sono arrivati in anticipo e sono F-A-N-T-A-S-T-I-C-I-!
Ottima resa fotografica.
Ottima impaginazione e testo.
Ottimo contenuto (ovviamente... :-))
... fatevi avanti che già 1/5 dei libri è stato già prenotato.
#spiagge #cambriane #jellyfish #fossils #lagerstätten #méduses #fossiles #precambrian #bonino
anche io...
Ragazzi, come previsto (e dopo multe, multissime incasinature) il file è partito per la stampa. Dovrei ricevere i pacchi il 22 Gennaio. Ci sarebbe da festeggiare e bere dello spumante... invece vado a dormire che sono esausto.
Domani è un altro giorno...
Chiedo venia.
A causa dello shutdown del governo USA, non ho potuto ricevere un'immagine dallo Smithsonian Museum (pure lui chiuso evidentemente, grazie a Mr. Trump ed il suo muretto) e quindi non stampare il libro all'inizio di Gennaio.
Ho trovato una soluzione, quindi per il 20 gennaio circa dovrei avere i volumi a casa...
be patient...
ed ecco che oggi sono anche arrivati i poster che saranno allegati ad ogni volume:
Un comodo formato 40*40 che permetterà di avere una visione globale sulla paleogeografia di ogni sito trattato nel volume, la posizione del sito stesso ed i cnidari che sono stati rinvenuti.
Ci siamo. Il libro di prova è arrivato stamattina, o meglio i tre libri (ne avevo richiesto solo uno).
Qualità di stampa top! su carta glossy le immagini sono nette, luminose e molto belle. Quasi rimpiango di non aver potuto fare un volume di più grandi dimensioni :-)
Devo effettuare una modifica sull'impaginazione, ma questa è un'operazione che si fa assai velocemente.
Estremamente soddisfatto ad ogni modo dei colori...
ale' una piccola previsualizzazione per voi, cari "paleo-followers"
Le ciliegine sulla torta, che era già golosa di suo.
Condivido la Prefazione al libro, scritta dal prof. Franco Ricci-Lucchi, ed il commento all'opera nella back-cover, da parte del prof. Gian-Luigi Pillola. Ringrazio pubblicamente entrambi per il loro aiuto e supporto.
MEDUSE E AFFINI… A SORPRESA
Le meduse, esseri semitrasparenti e fatti quasi solo di acqua, dalle forme e dai movimenti aggraziati come quelli dei ballerini, sono affascinanti e inquietanti a un tempo; gradevoli alla vista ma non certo al tatto, suggerirono agli antichi l’immagine di un mostro (naturalmente femmina) con gli occhi paralizzanti e i capelli fatti di serpenti velenosi (i tentacoli urticanti).
Quando l’autore di questo libro mi scrisse che stava completando un’opera dedicata alle meduse, pensai che si trattasse di un bel volume di zoologia riccamente illustrato (le meduse sono molto fotogeniche, chi non ne ricorda splendide immagini a colori tipo National Geographic, Airone etc.?). Il fatto è che io sono un lettore frettoloso e mi era sfuggito che Bonino parlava di meduse fossili. Ma come? Se c’è un organismo la cui fossilizzazione appare improbabile, per non dire impossibile, è proprio questo, pensavo. Noi geologi sappiamo bene che la materia organica (detta anche “molle” rispetto a quella “dura” dei minerali) si conserva e litifica (mineralizza e diventa pietra) solo in condizioni particolari, localizzate nel tempo e nello spazio: assenza di ossigeno e quindi di decomposizione, ambienti subacquei tranquilli o stagnanti e così via. Figuriamoci poi la più impalpabile e meno consistente delle sostanze organiche, come quella delle meduse! Ebbene, scorrendo le pagine di questo libro, mi dovetti ricredere, come deve fare chi pratica onestamente la scienza di fronte all’evidenza dei fatti.
Non che sia facile imbattersi in meduse fossili, specialmente in Italia (a parte la zona di Bolca nel Veronese). Le spoglie di questi animali ebbero le maggiori probabilità di conservarsi quando non esistevano ancora altri animali (predatori o “spazzini”) che le mangiassero, cioè prima di 3-400 milioni di anni fa, quando il ritmo lento dell’evoluzione non aveva ancora prodotto la varietà e la complessità degli ecosistemi moderni. Quelle di Bolca sono le più “giovani” delle meduse fossili trovate finora e sono state preservate grazie all’assenza di ossigeno sui fondali melmosi dove cadevano alla loro morte.
E. Bonino, con la pazienza e la metodicità che solo un sincero appassionato può avere, è andato a scovare esempi di meduse fossili in giro per il mondo, in musei, in pubblicazioni, sul terreno, e li riporta qui con abbondanza di illustrazioni, in gran parte foto da lui stesso scattate. La mia impressione è che non gli sia sfuggito neppure un caso e che la sua rassegna sia completa.
Ogni “caso” è un capitolo relativo a una formazione geologica o “unità stratigrafica”, il cui nome è la “carta di identità” di un pacco di strati (la stratificazione indica che si tratta di rocce sedimentarie, ovvero antichi depositi di mari, laghi, fiumi, zone costiere, deserti etc.).
La parte descrittiva e sistematica del libro è comunque preceduta da una sezione introduttiva dove si spiega come sono fatte le meduse attuali, come e dove vivono, con quali e quanti altri esseri viventi interagiscono, come fossilizzano e così via. Gli ambienti “fossili”, cioè le rocce in cui si trovano resti di meduse antiche, sono in grande maggioranza ambienti costieri, sia spiagge esposte alle onde sia specchi d’acqua protetti e tranquilli, a volte impaludati, come lagune, baie, cale etc. E qui trovavano condizioni di vita favorevoli altri organismi sensibili alla predazione e alla decomposizione: alghe e batteri che costruivano “tappeti” appiccicosi che trattenevano particelle di sedimento di passaggio. Utilizzando il diossido di carbonio (CO2) per costruire la loro massa corporea, essi favorivano la deposizione di carbonato di calcio (CaCO3); si formavano così accumuli di sostanza organica alternata a carbonato (calcare) che prendevano varie forme e fossilizzavano come “stromatoliti”.
In realtà, tra gli studiosi c’è chi considera le stromatoliti dei veri fossili e chi invece preferisce chiamarle “tracce fossili” o “pseudofossili”. Quale sarebbe la differenza? I veri fossili sono strutture biologiche (ossa, gusci di animali, foglie, alberi etc.), conservate e mineralizzate, mentre le “tracce” sono il risultato di un’attività dell’organismo (ricerca di cibo, di rifugio o di…compagnia) su un substrato fisico.
Per fare un esempio, una medusa “spiaggiata” imprime sulla sabbia l’impronta del suo corpo; questo viene poi decomposto e distrutto, ma l’impronta permane e può fossilizzare come struttura fisica (traccia fossile). Questo vi dà un’idea di come i geologi (ma non solo loro) amino le discussioni di nomenclatura e di classificazione, che spesso sono poi di lana caprina. Lasciamole quindi agli specialisti.
Quella dei “medusoidi” e degli “pseudofossili” non è però una questione del tutto accademica.
Tra i rivenditori di fossili, minerali (cristalli) e rocce, ce ne sono che spacciano per meduse oggetti che magari non sono né meduse né tantomeno fossili; è quindi opportuno che un potenziale cliente lo sappia e sappia, se non distinguere il vero dal falso, almeno farsi venire qualche dubbio.
Bene ha fatto dunque l’Autore a dedicare un corposo capitolo su questo tema in fondo al volume.
In conclusione, è stata una piacevole sorpresa quella di scoprire un’opera veramente inaspettata sia come mole (all’inizio pensavo che bastasse un articolo di 20-30 pagine per esaurire questo argomento) sia come quantità e qualità delle illustrazioni sia, infine, come vivacità di grafica e impaginazione.
Tutto questo, poi, abbinato a un rigore scientifico nella trattazione che ne fa un’opera di alta divulgazione e di studio allo stesso tempo. Credo che anche il lettore frettoloso, semplicemente sfogliandola, sarà invogliato a porsi delle domande e a togliersi delle curiosità leggendola con attenzione.
Franco Ricci Lucchi
***
Gradevole e intrigante, il volume inquadra in maniera chiara e accessibile la posizione sistematica e filogenetica delle meduse e dei cnidari e le diverse modalità di fossilizzazione che ci permettono di osservare i resti di queste vite passate.
Particolare enfasi è stata accordata al ruolo dei cianobatteri sia come co-autori di strutture bio-sedimentarie sia come agenti nella preservazione di resti organici labili, come quelli delle meduse.
Questa parte di “preparazione” permette di apprezzare ancor più la ricca documentazione fornita nella parte “Tavole”. Questa seconda parte è dedicata a un vastissimo numero di siti fossiliferi, ubicati in diverse aree geografiche della Terra, che hanno fornito questi fragili resti testimoni del tempo profondo.
Infine, ma non ultimo per importanza, la ricca ed esaustiva iconografia, l’aggiornato riferimento alle fonti
bibliografiche e gli schemi riportati, fanno di questo volume un ottimo ausilio ai fini didattici.
Prof. Gian Luigi Pillola
BRAVISSIMO!
Infine è quasi terminato! Per chi fosse interessato, potete scaricare il pdf in cui potrete trovare qualche info supplementare sul contenuto del libro "Spiagge Cambriane - Meduse e Tappeti algali -":
https://www.dropbox.com/s/3f0b83udjxlxiy9/Spiagge%20Cambriane_Pub.pdf?dl=0
Documento da condividere senza moderazione... :-)
E si continua con questo dialogo sul volume che comincia a prendere forma. Di seguito un'ultima tavola (credo proprio l'ultima) di cui vado particolarmente fiero.
Penso addirittura di farne un poster, debitamente arricchito di ulteriori informazioni, magari da inserire come poster pieghevole come nel precedente volume sui trilobiti. Vediamo un po che si riesce a fare
La copertina? Eccola:
Siamo un poco assenti su questo forum mi sembra... vabbé siamo tutti presi da cose molto più serie.
Allego la prima "brochure" di presentazione del volume che (spero) di poter stampare per la fine dell'anno :
Attualmente in "peer-review" e correzione, necessita ancora di un certo fine-tuning prima di prendere il volo, ma si comincia a vedere l'uscita dal tunnel.
Interessati?
E questo è quanto il volume conterrà (salvo modifiche all'ultimo minuto). Qualche erroretto lo si lascia anche in giro, al fine di scoraggiare eventuali avvoltoi...
wow che figata. Mi prenoto anche io per la copia! Bravissimo Enrico
e perché dovrebbe ? secondo me é interessante vedere un lavoro proprio ripreso da più mani e rielaborato....
Spero che Gehling non me ne voglia se gli ho ridisegnato il suo schema sulla formazione della Death Mask...
Le preferisco di gran lunga a colori!
impaginata ed a colori non è poi cosi' male... dovrò vedere se rifare a colori i vecchi diorami in scala di grigio o lasciare tutto in scala di grigio (come normalmente previsto).
Questa è la pagina-tipo che accompagna le tavole illustrative per ogni sito descritto.
Come avviene il processo di fossilizzazione di una medusa?
Ecco una domanda che sicuramente avrà assillato le vostre notti insonni.
Ma da ora in poi potrete dormire sonni tranquilli...
Ciao Domenico...hai visto che lavorone che stà facendo enrico?
Grazie Domenico. Se avrai bisogno di illustrazioni per il tuo futuro progetto non esitare a chiedere. Sarà con piacere che mettero' il mio piccolo grano di sabbia al tuo "monumento"
Mipiace x l'incidente al braccio, ti faccio gli auguri per una pronta e rapida guarigione.
Ciao Enrico, bellissimi diorami
praticamente ti stai creando un archivio non indifferente fighissimo....
Alè ecco l'ultimo in ordine temporale, fatto ieri: Oligocene della Provenza. Il background è un tappeto algale che avevo fotografato nel Mare del Nord (quando ero con pinolino), ci sta a fagiolo!
Ma che belli.....davvero stupendi Enrico.....quello di Bolca poi mi lega particolarmente.... bravo bis....
no no solo da solo come un grande...
Vi allego qualche nuovo diorama fatto in questi giorni di gran caldo e con un braccio solo (l'altro ingessato ovviamente, non amputato)
Non tutto saranno cosi' "belli";
Si tratta di fotomosaici provenienti da differenti sorgenti, elaborati su Photoshop ed adattati all'ambiente cui appartenevano.
Nell'immagine precedente per fare un esempio a sinistra dell'immagine c'era un hotel-resort per vacanze, il mare sottostante viene da una seconda immagine, cosi' come le varie faune provengono da differenti banche dati ed alcune disegnate ex-novo (vedi alcuni pesci di Bolca per chi ha saputo riconoscere la fauna rappresentata).
Si tratta di semplici diorami illustrativi, senza alcuna velleità superscientifica, ma che accompagneranno il testo e le tavole contenenti le meduse fossili rinvenute nel giacimento.
Un particolare non indifferente è che voi le vedete qui a colori, mentre saranno convertite in scala di grigio nel volume finale.
ma sia tu che il piccolo?
Non giocare mai a nascondino la sera, rischi di capottarti per futili motivi...
Che hai combinato???
Intendo al braccio, non al diorama che è fighissimo...
Ebbene si, nonostante mi trovi con il braccio sinistro ingessato, le attività creative continuano.
Oggi ho dato alla luce un diorama che mi piace particolarmente. Essex fauna nel biota di Mazon Creek.
Il "nostro" riconoscerà i suoi beniamini in piena attività natatoria...
saranno in tavola annessa... ma solo le specie associate a possibili cnidari
e qui quella sul Newfoundland (da terminare)...
tu sei malato....eehehehe però molto bella la tavola...complimenti...hai foto di questa fauna?
Essere in vacanza porta ad essere ispirati per ulteriori creazioni.
Sotto il caldo gazebo, qui nel basso Piemonte e con mezzi per disegnare 'di urgenza', qualche diorama sugli ambienti del Precambriano hanno visto la luce... questo è uno dei tanti.
Namacalathus, Corumbella e Cloudina nel biota di Tamengo (Tamengo Formation, Neoproterozoico superiore), nel Brasile sud-occidentale.
lo farei prevalentemente sotto il tappeto algale; visto l'ambiente in cui vivevano questi organismi (o almeno alcuni di essi), caratterizzato da acque generalmente basse, o soggetto a correnti di fondo importanti, era importante ben saldarsi nel substrato.
Passerò questo rovente sabato sera brianzolo cercando di scolpire una da piazzare in un diorama...Solo una domanda: il bulbo lo facciamo sporgere dal substrato o lo facciamo "sottoterra"?
Avete visto delle Petalonamae passare da qui?
4? dai che a 5 arriviamo...no spero proprio di no....
Continuiamo con altre tavole, giusto per mettere l'acquolina in bocca ai quattro acquirenti italiani (beh forse esagero) interessati alla materia... :-)
tu si ma quanti la pensano così?
a casa ho almeno 4 libri in cinese sulle faune di Chengjiang, ovvio che è per avere accesso alle figure e specie che non sono descritte altrimenti su altri testi.
Credo di non essere il solo (spero almeno...)
In Giappone sicuro ma devono essre in inglese seppur ho venduto tre testi in italiano...ma penso più per le figure...
Il tuo ottimismo mi spinge ancor più ad avanzare nel progetto con più energie... grazie.
Quelle in italiano le hai praticamente già vendute tutte :)
Italiano, il numero di copie comunque sarà molto limitato (come per il primo libro che feci sui trilobiti). Come ben sai, il mercato su questo genere di materia non è solo limitato, ma sta pure a distanze siderali rispetto agli interessi che esistono in materia. Un problema tutto italiano, scommetto che se ti porti delle copie in Giappone il prossimo anno, le venderai tutte in un solo giorno...
mi sembra benone, ma poi il testo sara’ in italiano o in inglese?
Se si tratta di meduse, non si può non descrivere, anche se in via sommaria, il ciclo riproduttivo delle stesse...
Cominciamo a fare qualche tavola tanto per sganciarci un poco dal testo.
Sebbene non abbia inserito più immagini o testo, ovviamente il lavoro va avanti.
Stasera due immagini della Paraconularia sp. rinvenuta nella Tamengo Formation, Corumbá Group, Mato Grosso do Sul, Brasile (Ediacarano, Brasile) mi sono state inviate dalla professoressa Juliana de Moraes Leme, dell'Universidade de São Paulo, una specialista nel settore dei Conulariida, collaboratrice del "guru" dei conularidi: Heyo Van Iten.
Qui in anteprima questo conulariida, che indica la presenza dei cnidaria già nel Neoproterozoico, e quindi pone l'origine dei celenterati già nell'Ediacarano. Origine che probabilmente risale alle faune del Lantian Biota (in Cina), immediatamente dopo le mega-glaciazioni del Criogeniano, in cui esiste la testimoninaza di un conularide decisamente molto interessante che (ma questo lo troverete sul libercolo su cui lavoro)...
Qualche info supplementare sul conularide del Lantian Biota qui: http://www.app.pan.pl/article/item/app20110096.html
e sulla Paraconularia qui: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/pala.12116
medusa? ma sai che vedendola così mi ricorda molto...(cerca uova natiche di mare) chiaramente sembra l'impronta lasciata da queste strutture ovigere...
Si è il Museo che pubblica codesta rivista (anche).
Non sono passato per Corbacho, ho contattato direttamente il museo e dopo 4 giorni ho ricevuto il materiale. Il fossile dovrebbe essere una medusa, ben che la morfologia risulti estremamente inusuale. Assomiglia un poco alle forme precambriane australiane spacciate come meduse, solo che questa forma è simmetrica, ed un secondo esemplare descritto nella pubblicazione che ho consultato presenta le medesime caratteristiche, a differenza delle altre forme di probabile origine minerale.
ma che figata che è stò fossile? MA sono gli stessi seminari di Battailera?
Ricevute stamane due nuove immagini di Meduse rinvenute nel lagerstätten di Montral-Alcover (Ladinico, Triassico) spagnolo.
Anche il Museo Geologico del Seminario de Barcelona ha gentilmente condiviso il materiale richiesto.
Il libro continua ad arricchirsi di immagini particolarmente inusuali ed interessanti. Per la cronaca sono già a 170 pagine di solo testo, con l'iconografia uscirà un librone che troverà sicuramente posto come eccellente fermaporta.
Impronta di Heliobranchia catalaunica (53614 MGSB)
Stamattina ricevo da Andrey Ivantsov tre foto provenienti dalle mitiche collezioni ediacarane del RAS (Paleontological Institute, Russian Academy of Sciences). Due stupende Kimberella quadrata vista ventrale e dorsale (molto interessante quest'ultima per ipotizzare una relazione filogenetica con i molluschi attuali) e l'olotipo del Kimberichnus teruzzi con probabili fecal pellets. Nuovo paragrafo sul tema relazioni tra tappeti algali e fossilizzazione in corso di elaborazione...
Con le nuove foto di Solnhofen di Gianpaolo acquisite a Monaco si discuterà anche dell'importanza di queste colonie batteriche nel processo di fossilizzazione in questo konservaat lagerstätten
degli esemplari rinvenuti (tre), tutti presentano la stessa morfologia come bordi
i bordi sfrangiati così? sono dati dai processi tafonomici o sono tipici degli organismi rinvenuti?
Ah la Rutgersella truexi ... poco si conosce di questo problematico organismo del Siluriano inferiore, (Llandovery) rinvenuto nella Shawangunk Formation, in Pennsylvania (USA).
La morfologia ricorda da vicino Dickinsonia, ma con linea mediana piu' corta, avente dimensioni variabili tra i 6 ed i 10cm. E' considerata come una forma
Si rinvengono come forme radiate circolari e piritizzate in lenti di silt intercalati a livelli di quarziti e conglomerati depositatesi in ambienti di tipo intertidale. Nei medesimi livelli sono stati rinvenuti anche alcuni Eurypteridi.
Secondo Retallack (che prendo sempre con le pinze) questi organismi hanno affinità con i licheni e forse assimilabili al phylum Glomeromycota, nella stessa linea interpretativa con cui interpreta tutti i vendobionti come funghi o licheni...
Ho ricevuto stamattina un set di immagini di queste forme da pubblicare sul libercolo, che è sempre in corso di edizione.
Ringrazio Lauren Neitzke Adamo, direttore del Rutgers Geology Museum ( New Brunswick, New Jersey) per avermi fornito gentilmente le immagini dei tre esemplari archiviati nel museo.
Riferimento biblio:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17738183
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/03115518.2015.1069483?journalCode=talc20
https://scholar.princeton.edu/sites/default/files/Retallack_2009_CambrianOrdovicianFossils_0.pdf
...quando dicevo all'inizio di questo "blog dentro il forum" che mi sarebbe costato sudore, diottrie e soldi, sapevo già che sarei incorso in spese supplementari (ed impreviste).
Ben che la maggior parte dei musei forniscano il materiale iconografico a titolo gratuito (richiedendo in cambio in molti casi una copia del libro), in alcuni casi si deve SBORSARE una cifra non indifferente per avere accesso ad UNA foto.
Stamattina mi sono stati richiesti 165AU$ (circa 110€) per un fotogramma contenente una Kimberella con Radulichnus ed una Dickinsonia (non cito fonte per rispetto di questa importantissima istituzione)... alla faccia!
Invece ieri sera ho recuperato 100Mb d'immagini dallo Yale Peabody Museum aggggratis. Grazie mille alla curatrice del museo Susan Butt e la sua collega Jessica Utrup (che ha fotografato le immagini). Splendide persone.
E sotto, la "bestiola" ricevuta
Calvapilosa kroegeri (Vinther et al., 2017 ), holotype YPM 237255 dall'Ordoviciano inferiore (Tremadociano-Floiano) della Fezouata Formation, Marocco
le avevo viste su facebuk sono meravigliose....
Se la giornata comincia cosi', tutto andrà bene!
Una superficie di strato datata al Cambriano superiore, appartenente al Potsdam Group, Covey Hill Formation, nel Quebec (Canada).
Su questa ortoquarzite purissima si riconoscono differenti tracce lasciate dai primi organismi (artropodi, molluschi) che si inoltravano sulla battigia di una piana di marea. Protichnites (la traccia orizzontale e verticale). Una serie di ripples marks in basso ed una curiosa impronta a "salti" (intermittente).
Ringrazio Maxime Breton, Philippe Gauthier, e Paul Racicot per avermi dato accesso ad una cinquantina di meravigliose immagini acquisite durante le loro campagne di prospezione nelle cave del Quebec.
Wow....un processo tafonomico del genere mai visto su un fossile...
Chi l'avrebbe mai detto che si potesse rinvenire un Radulichnus sul processo coracoide di un Mosasaurus hoffmanni del Maastrichtiano di St. Pietersburg, Olanda... queste impronte di radule di molluschi non finiscono di impressionarmi.
Stasera ricevo un email da parte del Musée Québéquois d'Archéologie (Pointe-du-Buisson , Québec, Canada), con un accesso ad un file .zip inviato via WeTransfer.
Un blocco composto da una purissima ortoquarzite del Cambriano superiore con delle strutture poligonali (mud cracks) e al loro interno...
... sorpresa*.
* [Cioè non lo dico.]
A chi legge il libro di Chris Gass lo trovate anche sul mio sito quì:
https://www.trilobiti.com/product-page/solving-the-mystery-of-the-first-animals-on-land-the-fossils-of-blackberry-hill
visto che lo chiedi, ci sono un paio di riferimenti: ovviamente le pubblicazioni di Collette ed Hagadorn: http://www.bioone.org/doi/full/10.1666/09-075.1, poi il libro di Chris Gass: https://siriscientificpress.co.uk/products/solving-the-mystery-of-the-first-animals-on-land-the-fossils-of-blackberry-hill che suggerisco a tutti. Piccolo ma ricco di iconografia.
Ovviamente poi il mio (futuro).
Esiste comunque una relativa ricca biblio più o meno accessibile di tesi di laurea e dottorato che hanno trattato in dettaglio queste stupende faune. Comunque il riferimento principale è come detto sopra Hagadorn (http://www.dmns.org/science/museum-scientists/james-w-hagadorn/), che ne ha fatto il suo settore di specializzazione.
La mattina accendi il computer, ricevi una notifica e vedi queste cose...NON é bene...ma non potevamo essere appassionati di sottopiatti, come dice lorenzo...così che bene o male avevano tutte la stessa forma? ma porc.. e queste immagini da dove spuntano? io non le ho mai viste... hai un riferimento bibliografico enrico?
Bella sorpresa stamattina trovarmi un fillocaride (Arenosicaris inflata) ed un euthycacinoide (Mosineia macnaughtoni) nella mia email.
Ortoquarziti depositatesi in un ambiente tidale nel Cambriano superiore (Terreneuviano-Furongiano) dell'Elk Mound Group, Wisconsin (USA).
Esemplari conservati nel PRI (Paleontological Research Institution) di Ithaca.
infatti lo sono dei MISS... :-)
Leggiti questo articolo carino che ho trovato sul net: http://www.scielo.org.ar/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S1851-49792007000200002
Ci sono strutture sedimentarie di origine organica interessanti create da MISS
Le ultime foto postate da Enrico mi fanno venire alla mente i MISS (microbially induced sedimentary structure) tipo quelli di Sainte Marie.
Domenico francamente non sò se siano mai state descritte impronte lasciate da tali fenomeni atmosferici
ci sono anche quelle sicuramente (bolle di gas), ma in questi casi particolari (seconda e terza immagine che ho messo sopra) sono impronte da impatto; nel primo esemplare, il campione di Attilio, non lo so perché non conosco la polarità del livello, ma credo si tratti di una contro-impronta.
Bolle ce ne sono (anche molte) e queste si rinvengono pure attualmente, vedi quelle che ho rinvenuto sulla piana tidale nel Mare del Nord:
Queste sono causate probabilmente dallo sviluppo di gas sottostante il sedimento, sedimento che in superficie è meccanicamente più resistente perché associato ad alghe microscopiche (verdi e cianobatteri). Altre strutture sedimentarie confermano la presenza estesa di livelli superficiali colonizzati da alghe in queste meravigliose piane di marea. Quassu' la distribuzione di questi tappeti algali sono molto limitati come estensione, spessore, e distribuzione a causa del fenomeno di pascolo dovuto agli organismi che si nutrono di queste alghe.
Tra gli altri organismi che si nutrono di alghe, si rinvengono questi millimetrici crostacei anfipodi in grande abbondanza.
Si tratta di Corophium volutatus (https://en.wikipedia.org/wiki/Corophium_volutator)
Questi erano presenti all'interno di una sacca e si contavano a centinaia. Una bella tanatocenosi se si conserverà per i prossimi milioni di anni.
ma se era un biofilm, non potevano essere bolle di gas intrappolate tra il biofilm e la superficie del sedimento? Ti chiedo da ignorantone.... cioé una struttura del genere, walking roks....se vedessi solo l'impornta mai più direi data dallo scivolamento su superfici ghiacciate....
Anch'io ho osservato che la pioggia se troppo leggera in genere non lascia traccia, se troppo forte per dilavamento nemmeno si riesce a vedere tranne le tracce di scorrimento per pendenza o ristagno. Mi domandavo se invece certe tracce non siano riconducibili a grandinate piuttosto che pioggia. Cosa ne dite a riguardo?
Tante si.
Il contesto deposizionale era differente, sopratutto per la presenza di un bio-film che rendeva il sedimento più adatto a conservare le delicate impronte che si rinvengono fossilizzate, per esempio quelle nell'Elk Group del Cambriano superiore nel Wisconsin.
In questo caso non possiamo comparare i sedimenti di spiaggia attuali con quelli che esistevano 500 milioni di anni fa. Era davvero altra roba.
Ne tratto abbondantemente nel libercolo in gestazione...
ma una domanda mi viene spontanea...io vivo o meglio vivevo in una città al mare...e mi è capitato più di una volta di stare sotto la pioggia sulla spiaggia....e ho assistito frequente a quello che succede... le gocce in un primo momento a causa della gravità si spiattellano e diventano tipo discoboli e in un secondo momento nel caso di una pioggia prolungata ma non pesante svaniscono lasciando l'intero "manto" sabbioso totalmente duro e compatto e ogni impornta svanisce...questo nel giro di pochi minuti....siamo sicuri che siano impronte di pioggia?
Eh Domenico, non correre troppo. Ti (vi) ringrazio per l'interesse e non dimenticherò di mettere da parte le copie a chi me le richiederà a tempo debito.
Ora sono nelle letture e riletture e riletture (e riletture) del testo. Ogni riferimento bibliografico è da leggere (sono già a 340 pubblicazioni e passa), alcune molto interessanti (altre molto meno). Richiede tempo ed energie, che spesso vengono meno dopo il lavoro. Comunque si avanza.
Piccola addenda: che ci fanno delle impronte di gocce di pioggia su questi strati?
Perché?
Ma c'erano prima le gocce e poi le impronte? o i bbbuchi erano precedenti alla goccia? E dove è finita la goccia? E i bbbuchi che ci stanno a fare?
Questo ed altro su Rieducational Channel...
Foto collezione Attilio Dalmasso (Permiano di Lodéve, Francia)
Foto concessione da Chris Gass (Cambriano superiore, Wisconsin)
Collezione personale (El Pueblo, Permiano inferiore, New Mexico, USA)
Ciao Enrico, sicuramente una copia possibilmente in italiano è già prenotata da me!
Si, sono previste circa 200 copie stampate ed in italiano; data la tematica temo che venderò 10 copie in Italia, il resto nel resto del mondo... :-)
Dato che il museo di Tubingen e lo Yale Institute mi hanno già chiesto una copia, non credo che me ne resteranno molte alla fine.
Poi seguirà la versione in inglese in un secondo tempo.
Enrico ma il libro uscirà in italiano?
che bella foto....😊
Si tratterà anche di ichnofossili e un pochetto di neoichnologia. Qui sono con il mio assistente preferito sulla costa del Mare del Nord (l'anno scorso non ora...), presso Rotterdam alla ricerca di impronte interessanti.
I presupposti confermano quanto sei professional..... :)
Per poter fare un buon libro, occorre una iconografia all'altezza.
Richieste (e risposte positive) per l'utilizzo di immagini e/o nuove foto di esemplari poco noti sono state inviate ai seguenti istituti (che hanno risposto nel giro di pochi giorni):
AMNH - American Museum of Natural History (New York, USA)
CONICET-UNC Centro de Investigaciones en Ciencias de la Tierra (Argentina)
GSWA - Geological Survey of Western Australia (Australia)
Museo Geologico del Seminario de Barcelona (Spain)
HM - Hunsrück-Museum (Simmern, Germany)
Jura-Museum Eichstatt (Germany)
MBA - Museum fûr Naturkunde, Berlin (ermany)
MNHN - Muséum national d'Histoire naturelle (Paris, France)
Museo Civico di Storia Naturale di Verona (Italia)
Musée Québécois d'Archéologie, Pointe-du-Buisson (Québec, Canada)
NHMM - Natuurhistorisch Museum Maastricht
NHM - Natur Historisches Museum (Germany)
NMS - National Museum of Scotland (Edimburgh, Scotland)
PRI - Paleontological Research Institution (Ithaca, New York, USA)
Paläontologisches Institut und Museum der Universität Tübingen (Germany)
RAS - Paleontological Institute, Russian Academy of Sciences
ROM - Royal Ontario Museum (Canada)
Rutgers University Geology Museum (New Jersey, USA) ,
SMITHSONIAN INSTITUTION - NATIONAL MUSEUM OF NATURAL HISTORY (Washington, USA)
TMM - The Manitoba Museum (Canada)
TX - Texas Memorial Museum, University of Texas at Austin (USA)
UCR - University of California Riverside (California, USA)
UCSB - University of California, santa Barbara (USA)
University of São Paulo , Brasil
UU - University of Utah (USA)
WAM - Western Australian Museum (Australia)
YPM - Yale University, Peabody Museum of Natural History (USA)
La lista ovviamente subirà aggiornamenti nel tempo, e non ho inserito nella stessa i (tanti) privati che hanno dato l'assenso ad utilizzare le foto degli esemplari appartenenti alle loro collezioni.
Ti diamo una mano e ci prendiamo una Orval, oltre ad una copia a lavoro concluso.
Grande Enrico! Siamo tutti qui impazienti! Posta tutto quello che frulla... che se e' possibile una mano te la diamo tutti!