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    EBo
    Jan 15, 2018
      ·  Edited: Jan 16, 2018

    Ooidi ed Ooliti

    in Paleozoic Area

    Nella sezione dedicata ai noduli calcarei creati dalla supposta alga Girvanella (https://www.trilobiti.com/forum/paleozoic-area/girvanella) ho avuto modo di citare il termine ooliti nella Carrara Formation, quindi prendo la palla al balzo (o meglio il nodulo per parafrasare) per descrivere con tutta modestia di che cosa di tratta.


    Inserisco questo tema qui nella sezione paleozoico, essendo ben chiaro che queste forme erano presenti in tuta la storia della terra, e sono presenti tuttora nei nostri mari.


    Una roccia che è composta da ooidi prende nome di oolite, o altrimenti anche calcare oolitico. Sotto un esempio di oolite proveniente da Osmington Oolite Formation, Corallian Group, Osmington Mills, southern England.

    Image courtesy Ian West, tratto da http://www.alexstrekeisen.it/english/sedi/oolite.php


    Un ooide è costituito da un nucleo di accrescimento che può essere caratterizzato da:

    • un piccolo frammento di fossile (bioclasto),

    • un frammento di roccia (litoclasto)

    • o qualsiasi cosa che si trova nell'ambiente di formazione di queste strutture, come un grano di micritico carbonatico, che generalmente si dissolve al momento della formazione dell'ooide.

    Intorno a questo nucleo si depositano lamine di minerali secondo sequenze pressoché continue, dando origine a morfologie sferiche o semi-ellittiche. Il processo di accrescimento, sebbene sia stato ritenuto a lungo legato a fenomeni di tipo chimico-fisico, risulterebbe sia facilitato anche dalla presenza di biofilms di origine organica, con l'attiva partecipazione di cianobatteri.

    Le dimensioni che queste forme assumono in genere si aggira intorno ai 0.2 ~ 2mm in diametro, mentre dimensioni più grandi sono definite con il termine di pisoidi (che danno origine ad accumuli pisolitici).


    Nella foto sottostante si possono osservare differenti noduli ed in alcuni di essi il nucleo è composto da un clasto irregolare su cui si sono sviluppati i vari livelli carbonatici.

    Immagine tratta da http://www.alexstrekeisen.it/english/sedi/oolite.php


    La composizione di un ooide è essenzialmente carbonatica (aragonite, CaCO3) e l'ambiente di formazione è caratterizzato da acque basse, agitate, sovrasature e temperature relativamente calde. La presenza di acque agitate è importante per permettere il continuo movimento dei singoli grani che si rinvengono spesso in sospensione durante la loro formazione e per poi precipitare quando le dimensioni diventano troppo importanti per restare in sospensione.



    Nella (mezza) ricostruzione sottostante (che feci ai tempi dell'Università a Genova per delle Memorie del Museo di Milano), è evidenziato l'ambiente di formazione di questi particolari noduli microscopici.


    Questa condizione permette l'accumulo dei livelli aragonitici in maniera pressochè uniforme tutto intorno alla superficie del centro di accrescimento. Nonostante si rinvengano in ambienti marini (Bahamas, Shark Bay in Australia, Golfo Arabo), alcuni depositi sono stati rinvenuti anche in ambienti lacustri, come nel Great Salt Lake in Utah (USA).

    L'isola di Andros nelle Bahamas è una sorta di "paradiso" per lo studio di questi importanti accumuli di ooidi

    Ooidi di composizione differente sono noti, come fosfatici, argille, dolomie, minerali ferrici inclusa l'ematite (come nelle Red Mountain in Alabama, nel Lago Chad). La presenza di ooidi di composizione dolomitica o silicea generalemtne sono il risultato di processi di sostituzione degli elementi carbonatici originari.

    Ooidi di composizione ematitica si rinvengono in associazione a strutture stromatolitiche precambriane nei diaspri di Mary Ellen nella Biwabik Formation, Mary ellen Mine, Mesabi Range, St.Louis County, Minnesota.

    Questi diaspri datati tra i 2.2 e 2.4 miliardi di anni sono caratterizzati da accumuli oolitici e stromatoliti colonnari (Collenia undosa). Ooliti ematitiche indicano che l'ambiente di formazione doveva essere particolarmente saturo in ossidi ferrici.

    Nel dettaglio si osserva una bella colonna (tipo Collenia) stromatolitica (l'altezza è prossima a 2cm) e nei livelli adiacenti gli ooidi ematitici (Coll. personale)

    5 comments
    Gianpaolo Di Silvestro
    Jan 16, 2018

    Ma che bella quella Collenia con gli ooidi

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    Lorenzo Tettamanzi
    Jan 16, 2018

    Quindi, nel caso di supporto batterico nella formazione, possiamo dire che gli ooidi sono oncoliti mignon?

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    EBo
    Jan 17, 2018

    l'attività delle alghe in questo contesto particolare porta (o favorisce probabilmente) ad una precipitazione dell'aragonite sulla superficie dell'ooide in formazione, a differenza delle Oncoliti (e poi anche le stromatoliti) in cui i livelli algali catturano e fissano le particelle di sedimento portando ad accrescimenti ben visibili.

    Abbiamo visto che le oncoliti (Girvanella in particolare) sono formate dalle strutture calcificate delle alghe stesse ed in sezione sottile è possibile riconoscere le forme stesse. Negli ooidi invece si osserva solo una struttura raggiata (ed un eventuale fine layering) come nella figura sottostante.


    EBo
    Jan 20, 2018  ·  Edited: Jan 20, 2018

    Giuro che non sapevo nulla dell'uscita di questo articolo...


    https://www.nature.com/articles/s41598-017-18908-4.pdf

    Abstract

    Ooids are typically spherical sediment grains characterised by concentric layers encapsulating a core. There is no universally accepted explanation for ooid genesis, though factors such as agitation, abiotic and/or microbial mineralisation and size limitation have been variously invoked. Here we examine the possible influence of microbial organomineralisation on the formation of some naturally occurring ooids. We develop a mathematical model for ooid growth, inspired by work on avascular brain tumours, that assumes mineralisation in a biofilm to form a central core which then nucleates the progressive growth of concentric laminations. The model predicts a limiting size with the sequential width variation of growth rings comparing favourably with those observed in experimentally grown ooids generated from biomicrospheres. In reality, this model pattern may be complicated during growth by syngenetic aggrading neomorphism of the unstable mineral phase, followed by diagenetic recrystallisation that further complicates the structure. Our model provides a potential key to understanding the genetic archive preserved in the internal structures of some ooids.


    Gianpaolo Di Silvestro
    Jan 21, 2018

    l'ho visto ieri sera su facebukke

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    5 comments
    Andrew189
    Jun 29, 2021

    Benvenuto a me

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    EBo
    May 24, 2021

    Trattamento d'Immagine XXIII: Diffusori e risultati

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